lunedì 20 ottobre 2014

L'Unità "una bandiera che nessuno può permettersi di ammainare"



Dopo la chiusura dello scorso 31 Luglio il giornale tipicamente di sinistra fondato da Antonio Gramsci sembrava ormai destinato a sparire del tutto. 

Lo è stato effettivamente per un mese intero fino a quando il giornale non ritornò ma solo nella sua versione online auspicando ad una sua prossima riuscita anche nelle edicole. 
Le nuove pubblicazioni online erano state possibili esclusivamente “grazie al lavoro gratuito e volontario di poligrafici e giornalisti che hanno deciso di rompere il silenzio e organizzarsi per rimettere in piedi il nostro sito” furono queste le parole del direttore Luca Landò. 

Oggi direttamente dal governo arriva un nuovo auspicio alla riapertura del giornale in tutte le sue forme, l’appello è quello del vicepresidente dell’assemblea Pd Sandra Zampa che lo ha esposto ai suoi colleghi in apertura dell’assemblea. 

In mattinata alcuni giornalisti in presidio sotto il parlamento hanno distribuito il documento firmato da numerosi esponenti della società civile e del giornalismo per la riapertura del giornale ai membri della direzione del partito. 

Importante ricordare però che proprio i giornalisti dell’Unità preoccupati della situazione sempre più allarmante avevano inviato poco prima della chiusura del quotidiano un messaggio di aiuto al segretario nonché presidente del Consiglio Matteo Renzi che però come ricordano i giornalisti oltre alle belle parole espresse nei confronti del giornale non ha fatto altro. 

Staremo a vedere dunque se veramente grazie all’aiuto della politica si riuscirà a far risorgere dalle ceneri un giornale storico che ha raccontato agli Italiani i momenti più importanti ed anche drammatici del nostro paese. 

Il direttore infatti uso queste parole per scagliarsi contro chi aveva contribuito a questa sorte: 

«è inaccettabile che un giornale come l’Unità venga ridotto al silenzio, soprattutto in un momento politico, economico e sociale come questo. L’Unità non è soltanto un prodotto editoriale ma anche, soprattutto, una bandiera che nessuno può permettersi di ammainare e ripiegare».

D.M

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