mercoledì 9 aprile 2014

Le Due Ruote Ecologiche.

Bisogna usare la bicicletta

La storia della bicicletta riassunta in qualche linea:

L'origine della prima bicicletta  è da attribuirsi al barone Karl von Drais che  inventò la sua Laufmachine(macchina da corsa) nel 1817 essa fu chiamata dalla stampa draisine (o anche draisienne, in Italia draisina) e più tardi velocipede.
. Si dice che la bicicletta sia nata dal suo interesse nel trovare un'alternativa all'uso del cavallo a causa delle frequenti morti dell'animale causate dall'insufficienza dei raccolti del 1816.
 La draisina di legno pesava 22 chili , aveva boccole d'ottone all'interno dei cuscinetti della ruota, un freno posteriore e 152 millimetri di avancorsa della ruota anteriore per ottenere un effetto auto-stabilizzante.
La draisina era spinta in avanti facendo pressione per terra con i piedi, i pedali infatti furono aggiunti circa quarant'anni dopo.



In quel periodo molte migliaia di copie furono costruite ed usate dappertutto e ciò viene considerato come l'origine del trasporto personale senza uso di cavalli.
 Ma a partire dall'autunno 1817, con l'arrivo del buon raccolto, in molte parti del mondo  si iniziò a vietare l'uso dei velocipedi sulle strade laterali  non potendo usare le carreggiate riservate alle carrozze. Se vogliamo trovare una causa della breve durata dell'utilizzo della bici durante quegli anni oltre al divieto sopra citato, possiamo inoltre individuarla nel , il trionfo dell'imminente ferrovia e la paura per l'equilibrio.
Solo dopo 50 anni I meccanici costruirono velocipedi in ferro, guidati tramite manubrio o pedali, a tre o quattro ruote per dare stabilità, ma con una più elevata resistenza al rotolamento.
Il velocipede ebbe una rinascita a Parigi verso la fine degli anni 1860 , era chiamatole velocipede bicycle da cui il termine italiano biciclo.
L'avvento del biciclo fu preceduto dall'improvvisa popolarità del pattinaggio a rotelle quando si iniziarono ad aprire le piste di pattinaggio. Coloro che riuscivano a cavarsela con i pattini ai piedi non avvertirono più la paura di montare su un velocipede con i piedi staccati da terra e poggiati sui pedali. Questa paura che si avvertiva al tempo può farci sorridere considerandola banale, ma bisogna considerare che la bici era un totale innovamento e si trattava di un mezzo totalmente moderno.



I nuovi viali di Parigi pavimentati  avevano semplificato l'andare in velocipede, sebbene, imitando la tecnologia delle carrozze per la costruzione di massicci telai d'acciaio, il peso era raddoppiato a quasi 45 chili (100 libre). Un ulteriore comodità fu portata con l'introduzione di copertoni di gomma solida e del primo cuscinetto a sfere.
Alla fine degli anni 1960, stimolato dalla crescente consapevolezza degli americani del valore dell'esercizio fisico, l'uso della bicicletta godette di una nuova popolarità e le vendite raddoppiarono tra il 1960 ed il 1970.
 La maggior parte delle biciclette vendute erano quelle da corsa poiché erano molto più leggere delle altre.Le mountain bike  apparvero  verso la fine degli anni ottanta, quando l'evoluzione del ciclismo fuori strada e di altri sport estremi ne stimolò la popolarità.Durante tutti questi anni di cambiamenti nel ciclismo americano, i ciclisti europei, meno attenti alla moda, sono rimasti molto attaccati ai loro modelli confortevoli e leggeri, dotati di pratici accessori e di affidabili sistemi di cambio al mozzo posteriore. Nel 2000 le loro vendite avevano superato di molto quelle delle bici da corsa, che da allora sono usate solo da ciclisti su strada per le lunghe distanze.


La bicicletta adesso:

E.Baldo su Panorama del 12-09-1993 scriveva: 
Malgrado sia un po' in declino l'interesse per le corse agonistiche, il boom della bicicletta non è tramontato: negli ultimi anni in molte città, per la tutela dei centri storici, è stata vietata la circolazione automobilistica e sono aumentate le piste ciclabili, così come si è diffuso l'hobby della gita domenicale "fuori porta". In Italia sarebbero in circolazione almeno 18 milioni di biciclette.

Ora non ho trovato dati attendibili sul numero di biciclette in circolazione nel 2013 ma una stima del 2011 ha rivelato che in quell'anno sono state vendute più biciclette che automobili, furono infatti  1.748.143  le automobili immatricolate contro 1.750.000 di biciclette venduteQuasi 2.000 in più. 
Possiamo ricondurre il motivo di questi dati confortanti senza ombra di dubbio alla crisi economica, ma anche ad una nuovo positiva ondata di "razionalità" che ha dato un nuovo valore alla bici. Sono moltissimi coloro che prendono la macchina solo per fare pochi metri quando con due pedalate e un po d'aria fresca in più impiegherebbero forse meno tempo ed anche meno fatica nel trovare parcheggio.
Anche i comuni delle città con più alti emissioni di gas inquinanti come Milano, Torino e Roma hanno dato importanza all'uso della bicicletta creando giornate di divieto di transito nei centri storici per le autovetture.
Ahimè bisogna riconoscere che le città Italiane non sono ben predisposte all'uso della bicicletta, questo a causa della mancanza di piste ciclabili o di appositi spazi ad esse dedicati.
Questa mal educazione, proprio cosi può essere chiamata, parte dai giovani che ogni mattina invadono la scuola vicino alla loro casa con centinaia di motorini o dai genitori che accompagnano i figli con le loro macchine. Spesso per altro si lamentano della fila che c'è o di quanto tempo ci mettono per trovare un parcheggio quando basterebbe salire su una bici per risolvere tutti i problemi. 
La bici è economica, salutare, rilassa e spesso ti fa notare cose che comuni che sfrecciando con i veicoli non si notano.
La Germania, tanto per cambiare, e gli altri paesi scandinavi sono di gran lunga più avanti di noi e hanno attrezzato le loro città da tempo ormai verso l'uso primario delle bici.
Le scuole sono piene di biciclette e i motorini si contano sulle dita della mano.
Penso che in Italia un altro problema legato a questo fatto sia il bullismo che ricevono i ragazzi che salgono su una bici invece di essere "fichetti" ed avere il motorino truccato.
Tutto colpa degli stereotipi che si creano nella società.
Incoraggiate i vostri figli a salire su quei pedali invece di salire sullo scooter, vi assicuro che è anche molto più sicuro!!.

Nessun commento:

Posta un commento